Col termine piemontese “infernòt” si indica un locale sotterraneo costruito scavando a mano una particolare roccia arenaria, la pietra da cantoni, o in tufo e solitamente adibito a cantina o dispensa. Caratteristica comune a cantine e infernòt è l’assenza di luce e di aerazione diretta. L’infernòt si distingue tuttavia dalla cantina vera e propria, rispetto alla quale occupa in genere una posizione inferiore e svolge una funzione sussidiaria, concentrata sulla conservazione del vino imbottigliato.
Queste costruzioni sono intimamente legate alla storia secolare della vinificazione in Piemonte e compaiono pertanto nelle aree collinari di questa regione, intensamente coltivate a vite. Sebbene non esclusiva, la zona del basso Monferrato casalese costituisce la principale area di rinvenimento di tali strutture.
La voce italiana “infernotto”, di diffusione locale, deriva dal piemontese infernòt, ricollegabile all’antico provenzale enfernet, espressione utilizzata per indicare una prigione angusta. queste strutture furono costruite quasi tutti da contadini o cavatori senza alcuna nozione di ingegneria o architettura, ma sono ancora intatti grazie alla solidità e alla particolare resistenza del materiale di scavo. Alcuni di essi erano dotati di un alloggiamento per il ghiaccio, per la conservazione di merci deperibili (carni e verdure in particolare). Tali strutture sono generalmente costruite entro abitazioni private. Lo scavo di un infernòt aveva luogo durante la stagione invernale, quando i contadini e vignaioli non erano intenti in attività agricole, e poteva richiedere due o tre anni di lavoro.
L’infernòt poteva essere realizzato solamente tramite scavo dell’arenaria, oppure attraverso la combinazione di scavo e successiva costruzione di nicchie e sistemi di contenimento, realizzati in arenaria o con mattoni.
Un catalogo tipologico delle strutture censite nel casalese evidenzia differenze nella realizzazione anche per quel che riguarda la distribuzione degli spazi (monocamera; multicamera; a corridoio e camera), la collocazione (sotto la cantina e la casa; sotto la cantina, sotto uno spazio pubblico come una strada o una piazza; a livello della cantina; a livello della strada o del cortle) e la finitura delle pareti (a spacco naturale, con picconatura e vista, a superficie rasata).
Un censimento degli infernot nel monferrato casalese, effettuato tra gli anni 2001-2004, ha permesso di evidenziare differenti tecniche di escursione. Piuttosto uniforme risulta invece la datazione delle strutture censite, che grazie ai graffiti incisi sull’arco o sulle pareti, li collocano durante gli anni ’80-’90 del xix secolo.
Assapora le delizie del Monferrato da mangiare e da bere, rispettando le ricette della tradizione con un tocco di modernità.